Massimo Lari, la piroga.

La piroga attraccò con difficoltà al molo dell'isola. Massimo lari venne scaraventato per terra all'improvviso. Era bendato, aveva le mani legate e provava un terribile dolore all'anca, che lo infastidiva. I suoi aguzzini erano tre, dall'aspetto vagamente familiare, probabilmente di origine sudamericana. Il luogo gli sembrava senz'altro familiare, nonostante fosse molto diverso dai luoghi preferiti di Giovanna Lari. In lontananza si intravvedeva una grossa mongolfiera legata ad un palo e gli giungeva un rumore di campane. Entrarono. L'interno era buio, non si sentiva nulla. Venne spinto da uno dei suoi aguzzini. Massimo lari era terrorizzato. Nascosti nella scarpa destra c'erano le monete. Fortunatamente le scarpe le aveva ancora... Le aveva ricevute in regalo da Giovanna Lari, per Natale. Improvvisamente si udì uno scroscio di risate. I suoi carcerieri tentarono di difendersi, ma Ronaldo Malaparte riuscì ad annientarli. 'Ti avevo detto che le monete possono causare dei guai' - disse. Ronaldo Malaparte era il maitre del ristorante, con cui aveva fatto amicizia. Non lo liberò affatto e inaspettatamente gli fece un'iniezione sul braccio. Si svegliò in un letto. Sentiva uno strano odore di pesticida. Sotto le coperte era nudo e aveva un taglio sotto un piede. Qualcosa gli ricordò le parole di Ronaldo Malaparte: 'Non capisco mai niente di quello che pensi', e ciò avrebbe dovuto aprirgli gli occhi. A quel punto, pensò a sua madre e si addormentò. Fece sogni che normalmente non ricordava mai, come se quella serie di avvenimenti gli avessero liberato la mente. Fu svegliato da una mano sulla sua spalla. Era l'hostess. 'Siamo quasi arrivati, può iniziare preparare le sue cose' - disse. Era stato solo un sogno, ma forse gli sarebbe piaciuto viverlo veramente. Preparò i pochi bagagli a mano che aveva portato in cabina, controllò i documenti e si preparò a scendere. All'uscita dell'aeroporto, un uomo gli tese la mano: 'Sono Ronaldo Malaparte', disse. Buona permanenza.

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